On the day Fujiwara no Hirotsugu was born, Mount Kasuga was covered in golden shimmering kagerō rising from the ground to cloak the mountain in mist. The uguisu sang from dusk until dawn, and a crane appeared in the palace garden and didn’t leave for five days.

It was late May, close to the final days of planting the rice. These were the days when finishing the paddy field work was paramount, lest next year’s crops be affected. Yet in celebration of Hirotsugu’s birth, his father, Umakai, sent an order to his bailiff to decree half a day off for all workers. Servants from the palace went down the mountain to offer rice, fish, and sake to the poor in Heijo-kyo.

Gifts poured through the gates for weeks, coming not only from the greatest families living in the land of Yamato, but also from as far away as Silla and Tang. Even the old Empress Genmei, who had no love for the Fujiwara clan, sent Hirotsugu a gift fit for royalty: a sword replica modeled after Kusanagi the Grass Slasher, the sacred imperial heirloom of the Yamato Emperors. Since it was forbidden for anyone except the reigning monarch and the High Priest of the Ise Grand Shrine to lay eyes on the real Kusanagi, no one could actually tell how good the replica was. But neither could they deny that the sword Hirotsugu received was of exceptional workmanship and extraordinary value.

The greatest gift of all came from Hirotsugu’s grandfather, Fujiwara no Fuhito. The leader of the Fujiwara clan made a secret pact with Crown Prince Obito that on the day Hirotsugu turned twenty, he would marry Princess Abe, Prince Obito’s firstborn child.

Upon Hirotsugu’s birth, the Fujiwara clan made great plans for his future, and I watched from my throne of skulls behind the kagerō veil and laughed and laughed and laughed.

Nel giorno della nascita di Fujiwara no Hirotsugu, il monte Kasuga era coperto dal velo dorato e tremante del kagerō che si era sollevato dal terreno e aveva coperto di nebbia la montagna. L’uguisu aveva cantato dall’alba al tramonto e una gru era apparsa nei giardini del palazzo ed era rimasta lì per cinque giorni consecutivi.

Era la fine di maggio, negli ultimi giorni in cui il riso viene piantato. Quelli erano i giorni in cui era di cruciale importanza terminare il lavoro nei campi, in modo da non danneggiare il raccolto dell’anno successivo. Tuttavia, per festeggiare la nascita di Hirotsugu, suo padre, Umakai, aveva ordinato al proprio balivo di concedere mezza giornata di riposo a tutti i lavoratori. La servitù del palazzo era scesa lungo la montagna per offrire riso, pesce e sakè ai poveri che vivevano a Heijo-kyo.

Per settimane, i doni avevano continuato a giungere a palazzo e non erano arrivati soltanto dalla provincia di Yamato, ma anche dai lontani regni di Silla e Tang. Persino la vecchia imperatrice Genmei, pur non amando il clan Fujiwara, aveva inviato a Hiro un dono degno della famiglia reale: una copia di Kusanagi la Falciatrice d’Erba, la spada che faceva parte del tesoro degli imperatori Yamato. Poiché a nessuno, a eccezione del monarca sul trono e dell’alto sacerdote del tempio di Ise era concesso vedere la vera Kusanagi, sarebbe stato impossibile dire quanto quella copia fosse ben fatta. Nessuno, tuttavia, avrebbe potuto negare che la spada ricevuta da Hirotsugu fosse di eccezionale valore e di splendida fattura.

Il dono più prezioso di tutti era arrivato dal nonno di Hirotsugu, Fujiwara no Fuhito. Il capo del clan Fujiwara aveva stretto un patto segreto con il principe ereditario Obito secondo cui Hirotsugu, nel giorno del suo ventesimo compleanno, avrebbe sposato la principessa Abe, primogenita del principe Obito.

Alla nascita di Hirotsugu il clan Fujiwara aveva fatto grandi piani per il suo futuro e io li avevo osservati dal mio trono di teschi nascosto dietro al velo del kagerō e avevo riso e riso e riso.